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Lectio Divina
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La "Lectio Divina", testualmente "Lettura Divina", è un modo particolare di pregare e meditare sulle Sacre Scritture. Ogni settimana ci ritroviamo in cripta per leggere, riflettere e confrontarci sul testo della liturgia della domenica seguente.

L'incontro è aperto a tutti e si svolge - da ottobre a maggio - ogni venerdì alle 20.45 in cripta (per sicurezza consultare il calendario eventi ).
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Commento Lectio 21/09/2008 PDF Stampa
20-09-2008
Andate anche voi nella mia vigna

O Padre, giusto e grande nel dare all'ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre vie quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all'intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l'impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino.

Leggiamo
Dal vangelo secondo Matteo (20,1-16)

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dá loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

Comprendiamo e meditiamo
Ancora un padrone "speciale" nelle parabole di Gesù: dopo quello del cap.18, pronto a condonare una cifra astronomica al servo, ora è la volta di questo datore di lavoro che assume tutti e paga gli ultimi quanto i primi. Andiamo a scoprirlo questo padrone sorprendente e cerchiamo di scorgere in trasparenza il volto di Dio, il suo modo di fare, le logiche del Regno così diverse dalle nostre... Chiediamoci anche cosa vuol dire lavorare per un padrone così.

Un Dio "fuori"

All'alba, alle nove, a mezzogiorno, alle tre, alle cinque... Il nostro padrone è sempre fuori casa, sempre in giro. Non sta ad aspettare i braccianti in casa sua, ma, secondo un costume diffuso anche nelle nostre regioni fino a non tanto tempo fa, esce lui stesso in piazza a prenderli a giornata.

Esce, come fa il padre incontro al figliol prodigo e incontro al fratello maggiore che non vuole far festa; esce più volte, proprio come ha fatto Dio, che in diversi tempi e in mille modi è uscito incontro ad Adamo, all'uomo caduto, è uscito incontro al suo popolo, ne ha cercato la collaborazione, ha voluto farsi uomo in Gesù e camminare sulle nostre strade...

- Come riflettiamo nella nostra vita personale, familiare, comunitaria questo volto estroverso, missionario di Dio?
- La nostra preghiera è capace di allargarsi al mondo o rischia un po' l'intimismo?

Un Dio preoccupato

Certamente il padrone è preoccupato per la sua vigna. La vigna di Dio, il mondo è grande, ha infiniti bisogni e gli operai sono sempre pochi.

Ma le parole del padrone riflettono un'altra preoccupazione: che nessuno rimanga senza lavoro. "Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?" Perché le persone non vengono coinvolte di più a lavorare per il Regno? Perché tanti non arrivano mai a sentire la chiamata del padrone, a capire la vita come vocazione e missione? Perché tante energie non vengono utilizzate, tanti doni vengono sprecati?

- Condividiamo le preoccupazioni di Dio per il mondo?
- In quali occasioni ci siamo sentiti mandati a lavorare nella vigna? Pensiamo agli impegni che ci siamo presi coi più piccoli nella nostra parrocchia, in AC...; ma anche allo studio, al lavoro, all'amicizia, al fidanzamento, alle varie forme di volontariato che ci portano a lavorare nella vigna del mondo.
- Crediamo che la chiamata di Dio ci arrivi anche dai bisogni di giustizia e di pace del mondo, dai bisogni della Chiesa, dall'esempio di altri che prima di noi sono stati chiamati?

Un Dio giusto... a modo suo!

È giusto questo padrone: dà effettivamente il denaro che ha promesso ai lavoratori della prima ora. Ma la sua giustizia è più grande della nostra, va oltre il calcolo dei meriti, oltre il dovuto, oltre le nostre bilance.

È la giustizia di un Dio buono che si sente libero di dare con generosità i suoi beni a tutti, anche agli operai dell'ultima ora, che sono poi i più bisognosi: quelli che non hanno avuto la fortuna di lavorare nella vigna fin da subito, che hanno conosciuto la lunga attesa, la noia, il senso di inutilità, la paura di rimanere senza paga...

- Cosa vuol dire per noi lavorare nella vigna, nella Chiesa, nella società, testimoniando la bontà, la gratuità, la giustizia di Dio?

Collaboratori di Dio

Un Dio che ci viene incontro, cerca la nostra collaborazione, ci chiama, ci manda nella vigna, ci mette a parte dei suoi doni... Bello! Ma, come collaborare con un Dio così?

Ogni ora è buona per accogliere la chiamata di Dio e mettersi a lavorare: ogni ora della giornata, ogni ora della vita. Nessuno è escluso: il bambino e l'anziano, il giovane e l'adulto, il sano e l'ammalato, il santo e il peccatore....

Siamo tutti operai nella vigna del Signore. Ce lo ha ricordato il Papa nella esortazione sui Fedeli Laici: "Andate anche voi. La chiamata non riguarda soltanto i pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la chiesa e per il mondo" (ChFL 2).

- Ci sono età e situazioni della vita che vengono più trascurate, fasce che non vengono sufficientemente cercate, responsabilizzate?
- Ci siamo mai sentiti messi un po' da parte, non valorizzati, non cercati? Rischiamo di metterci a sedere, perché tanto non sappiamo fare, e non ci chiama nessuno?
- In che modo i religiosi sono operai nella vigna? E i ministri ordinati, preti, diaconi? E i laici?

Laicità non è il livello zero, la zona amorfa, lo spazio neutro, l'area della insignificanza ecclesiale, o tutt'al più, il termine della missione, l'oggetto dell'apostolato. No. Laicità è vocazione, dono, è missione, è impegno, è responsabilità enorme.

Il laico è colui che, chiamato a far parte del popolo di Dio mediante il Battesimo, ha il compito di annunciare che Gesù è il Signore, con un modulo tutto suo: trattando le cose temporali e orientandole al Regno. Il laico è colui che porta la veste battesimale nei cantieri di lavoro e la tuta di lavoro in chiesa  (Tonino Bello).

Musoni? No, grazie!

Gli unici che proprio non sono adatti a lavorare per la vigna e che alla fine vengono liquidati dal padrone con un brusco "Vattene", sono proprio gli operai della prima ora. Non riescono a godere della presenza di nuovi compagni e non accettano di essere trattati come loro; soprattutto non capiscono niente della bontà e della gratuità del padrone.

Stravolgono l'immagine di Dio, pretendono di racchiudere la sua giustizia in un contratto di meriti e ricompense, e stravolgono anche il senso del loro lavoro: non lo vivono con gioia, non lo vivono come un dono ma come un peso; invidiano gli ultimi che hanno lavorato poco...

È il rischio che hanno corso i bravi farisei scandalizzati davanti a Gesù che invitava i peccatori; è il rischio che ha corso la Chiesa di Matteo di fronte alla moltitudine di pagani che veniva alla fede; è un rischio che corriamo anche noi, tutte le volte che facciamo pesare il nostro lavoro, che crediamo di essere noi a fare un favore a Dio, che non accogliamo con gioia il lavoro degli altri, che ci trasformiamo in Marte un po' stressate... Allora non facciamo venir vegli ad altri di lavorare a nostro fianco, ma facciamo il vuoto attorno a noi.

Preghiamo
Tu esci incontro a tutti
Tu chiami tutti
Tu chiami ad ogni ora del giorno
Tu mandi tutti a lavorare nella tua vigna
Tu sei buono
Nella tua squadra non tieni nessuno in panchina
Non ci tratti secondo i nostri meriti, ma secondo la tua grazia
Tu dividi con tutti i tuoi beni
Chiamaci in ogni ora e in ogni situazione
Vinci le nostre frustrazioni
Vienici incontro quando ci sentiamo scartati
Fa' che non la diamo mai per persa
Facci sentire responsabili della tua vigna
Donaci il gusto del lavoro assiduo per il tuo regno
Fa' che godiamo del lavoro degli altri
Facci stimare i doni di tutti
Aiutaci ad apprezzare ogni collaborazione
Insegnaci a snidare risorse preziose
Sconfiggi le nostre invidie
Supera i nostri confronti
Mostraci la ricchezza della tua grazia
Insegnaci la tua giustizia più grande
Sostieni gli operai del vangelo
Ricompensa chi ha lavorato per il tuo regno

 
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